La verifica dell’impianto elettrico è intesa come quell’insieme di operazioni che accertano alla rispondenza dell’impianto alla regola dell’arte, nei meriti della sicurezza. Il Testo Unico (D.Lgs. 81/2008), all’articolo 86, indica che è necessario verificare lo stato di conservazione ed efficienza degli impianti elettrici e degli impianti di protezione dai fulmini ai fini della sicurezza. E dove esistono norme di buona tecnica alle quali è riconosciuta la conformità alla regola d’arte, le verifiche devono essere svolte prendendo a riferimento tali norme.

L’articolo 10 del DM 37/08 indica invece come la manutenzione ordinaria degli impianti non comporta redazione di progetti o attestati di collaudo in caso in cui ci si riferisca ad installazioni ad uso domestico o per la fornitura di energia elettrica per i cantieri.

La principale normativa a cui fare riferimento per le verifiche periodiche tuttavia è la Norma CEI 0-10, nota anche come Guida alla manutenzione degli impianti elettrici. I controlli sui dispositivi contro le scariche atmosferiche e degli impianti a rischio esplosione sono invece soggetti al DPR 462/01.

A coda di tutte le normative sopra citate si riassume un quadro pratico per il quale si presentano tre situazioni di verifica degli impianti, e sono:

  • la verifica iniziale, utile a determinare la conformità dell’impianto rispetto allo stato dell’arte, per controllare la conformità rispetto al progetto e quindi identificare eventuali difetti dell’impianto;
  • le verifiche periodiche, per determinare la permanenza nel tempo dei requisiti di funzionalità e sicurezza dell’impianto e di tutte le apparecchiature che lo costituiscono;
  • le verifiche parziali (effettuate durante la realizzazione dell’impianto allo scopo di ausilio alla prosecuzione dei lavori).

Le verifiche periodiche sono cadenzate ogni 2 anni per locali ad uso medico, per cantieri e per sedi di lavoro soggette a rischio di incendio o esplosione. Per le altre destinazioni di utilizzo la cadenza è ogni 5 anni.

Questa ciclicità nelle verifiche, che ricordiamo è obbligatoria, ha lo scopo di ridurre potenziali infortuni, danni agli impianti e agli immobili, e altri disservizi. Le verifiche, come già detto in questo articolo, possono essere effettuate da ASL, ARPA e da organismi ispettivi privati che per prima cosa esaminerà la documentazione relativa agli impianti (dichiarazione di conformità e allegati forniti dall’installatore). Seguirà poi una valutazione sullo stato di conservazione e funzionamento di tutti i componenti dell’impianto (interruttori, componenti del quadro, trasformatori eccetera) e si definirà un piano di manutenzione sulla base delle criticità riscontrate. Le verifiche saranno eseguite a vista e con strumenti appositamente sviluppati, testando integralmente l’impianto, compreso lo stato delle condutture elettriche, il serraggio dei morsetti e ovviamente lo stato del sistema di dispersione a terra.